Heitz Markus - 2009 - La leggenda degli albi by Markus Heitz

Heitz Markus - 2009 - La leggenda degli albi by Markus Heitz

autore:Markus Heitz [Heitz Markus]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, Fantasy
ISBN: 9788842917274
Google: pE_kqzV--OkC
Amazon: 8850230451
editore: TEA
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


X I

Nagsar e Nagsor Inàste videro che il loro regno era bello e ben

riuscito.

Mancava tuttavia un edificio che esaltasse il loro trionfo su tutti i

popoli e simboleggiasse il loro potere.

Così fecero innalzare una montagna al centro del cratere e la

dotarono di gradini che conducessero alla loro residenza.

Una residenza costruita solo con le ossa degli sconfitti.

Dagli Apocrifi della Creatrice,

libro primo, capitolo 2, I2-I7

Ishím Voróo (Terra dell'Aldilà),

4370° frammento d'infinito (5I98° ciclo solare), tarda estate

Sinthoras e il cavallo rubato galoppavano lungo un sentiero

invaso dalle erbacce. Tralci e cespugli li sferzavano, ma l'albo

spronava senza pietà l'animale sudato. Credeva di avvertire i

primi intorpidimenti alle dita, conseguenza del veleno dei fflecx.

E da qualche tempo sentiva odore di fuochi di torba pur non

essendosi imbattuto in abitazioni di nessun tipo.

Aveva chiesto informazioni ad alcuni nomadi accampatisi per

la notte e aveva ottenuto una descrizione precisa della strada per

raggiungere il demone. O almeno aveva dedotto dalle loro

parole che i barbari chiamavano la regione nordoccidentale

«Terra della Morte Infinita » e la evitavano quando

peregrinavano con le loro mandrie. Laggiù la vita che gli dei

avevano infuso al mondo non esisteva, sostituita da qualcosa di

ben peggiore. Sinthoras aveva concluso con soddisfazione che

quella poteva essere opera di un demone, perciò si era avviato

verso nord-ovest.

I segni lungo il tragitto gli avevano dato ragione. Aveva

attraversato zone abbandonate, aveva visto templi crollati sulle

pianure ed era passato accanto a una statua ribaltata che, a

quanto pareva, era dedicata a una divinità della luce. Barbari e

dei avevano lasciato quella terra, e sembrava che i primi avessero

punito i secondi per la loro assenza distruggendo i luoghi sacri e

rovesciando le sculture.

Presto troverò il demone, pensò Sinthoras. Allora sconfiggerò

Caphalor e le Stelle. Noi Comete guideremo lo Dsón Faïmon verso uno

splendido avvenire. Preferiva non pensare alla morte. Credeva

fermamente che ignorare il veleno fosse un metodo più efficace

che aspettare passivamente il sintomo successivo. Altrettanto

incrollabile era la sua convinzione di tornare vivo a Dsòn. Voleva

il trionfo, voleva la consacrazione degli Eterni, voleva

partecipare alla marcia contro il Tark Draan e, grazie ai suoi

successi, diventare il comandante delle Stelle. Il suo nome

doveva comparire nelle leggende degli albi. L'ambizione mi

protegge dalla mortalità, disse a se stesso. Ecco perché io vivrò e

Caphalor morirà.

II cavallo sfondò una fitta parete di foglie, e Sinthoras vide un

baratro a due passi di distanza. Capì subito che l'animale correva

troppo velocemente per riuscire a fermarsi, perciò si rotolò all'in-

dietro sulla groppa, slacciò le bisacce e si alzò da terra, usando il

giavellotto per tenersi in equilibrio.

Il cavallo cercò di scartare, ma invano. Scivolò oltre il bordo

con un nitrito e scomparve.

L'albo avanzò fino all'orlo, trattenendo il fiato per lo

spavento.

Là davanti si stendevano catene montuose non più alte dì

ottocento o mille passi, caratterizzate da dolci salite e prive di

pareti ripide. Scorrevano parallele oppure s'intersecavano,

emanando un luccichio marrone e verde scuro nella foschia. In

molti punti si alzavano fili di fumo, e intere aree mandavano un

brillio rosso cupo come tabacco da pipa e sputavano vapore

nero. I rilievi, gli spiazzi pianeggianti, ogni cosa era fatta di torba

incendiata! Le fiamme inarrestabili avevano scavato profonde

buche e spalancato crateri dalle cui viscere uscivano altri sbuffi

biancastri.

Sinthoras trovò estasiante la vista di quello sfacelo.



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